ADELE LO FEUDO
Prima si laurea in giurisprudenza, poi, anche per riavvicinarsi alle discipline che la appassionano, diventa architetto di interni ed insegna per sette anni nel settore del design.
Nel 2003 riprende a dipingere.
Dal 2009 abbandona le altre attività, si diploma Maestro d’arte e si dedica esclusivamente alla pittura.
Utilizza colori ad olio ed acrilici, predilige il figurativo e sperimenta materiali diversi, adatti ad esprimere di volta in volta ciò che sente.
Mostre principali
2007 - Cortona - Fortezza Girifalco – Donnarte - Viola violata
2010 - Perugia - Biblioteca comunale Villa Urbani - Ali per volare (personale)
2011 - Adele e Adele – Galleria Rosso cinabro – Roma – personale
2011 - Fucsia – Caffè letterario – Cosenza – personale
2012 - Tante mani per … – Personale – Perugia
2012 - IV Biennale d’arte contemporanea italiana – Biblioteca nazionale – Cosenza
2012 - Arte Padova
2012 - Mostra itinerante di artisti calabresi – Galleria Nazionale - Palazzo Arnone – Cosenza
2013 - Anima e corpo - personale - Accademia nazionale “La civetta” - Perugia
2013 - ComeTe Stelle – Santa Maria Laurentia – Bevagna
2013 – Volti e figure – Palazzo Priuli Bon - Venezia
2013 – Arte in terapia – 56 ° Festival dei Due Mondi – Spoleto
2013 – Riflessioni – personale – Archidoro Luoghi d’Arte – Cetona
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Note critiche
C’è un’arte figurativa che è pura rappresentazione del vero, in alcuni casi è l’evoluzione filosofica estetica della Mimesis greca con cui si definiva tutto ciò che concerne il termine “imitare” dal greco antico μμ, cioè mimos più propriamente l’“imitatore”, l’attore e quindi anche la rappresentazione mimica. La parola derivava a sua volta dal verbo μιμîι, più propriamente l'imitazione della realtà e della natura, che è il fondamento, secondo l'estetica classica, della creazione artistica. La mimesis permise agli scultori ellenici di raffigurare gli dei simili agli uomini e di dare immagine così a virtù e debolezze umane. Ma c’è un’arte figurativa che è invece raffigurazione dei moti dell’anima, si dipinge il visibile per raffigurare l’invisibile.
Si distingue dal Surrealismo e dalla poetica della Metafisica perché l’artista caratterizza, con la figurazione, la natura e il soggetto trasmutati dal pensiero.
L’immaginazione diventa così una sorta di universo in cui le emozioni e i ricordi che l’arte suscita diventano veicolo per la comprensione di tutta l’opera. È qui che ha il prologo la filosofia estetica di Adele Lo Feudo, Alf.
Le sue figure sono una sorta di oblò, dove l’osservatore inizia una sorta di percorso in cui le immagini dipinte compongono una sorta di mappa, una carta geografica dove ritrovarsi e allo stesso tempo perdersi. Adele Lo Feudo ha una tecnica mirabile che ha affinato da maestri eccellenti.
Lei ha quella genialità femminile che le permette di dare al soggetto una caratterizzazione specifica per cui ogni suo quadro è vera rappresentazione e raffigurazione simultanea.
Ogni sua opera è come una parte di palcoscenico; l’attore, mimos, ci rivela un volto, la prosopon, la maschera. L’osservatore diviene spettatore e al fine una esposizione diventa la ricerca, giocosa, del proprio volto, quello più vero.